Non dimenticare di esistere tramite
la forza sprigionata dall’oggetto
l’oggetto come varco per la nostra
concretezza, in questo mondo,
in questo modo
qualcosa che parla per noi
qualcosa che parla di noi
qualcosa che noi crediamo di possedere,
di essere
nuovi silenzi si affacciano
fisici, concreti, ingombranti
come i sogni del mattino
come il nostro essere caduco
come la nostra infinita precarietà
secco
come il suono prima della parola
come la differenza fra l’oggetto e la cosa
tra il possesso e la causa
tra la materia e la proiezione