I giovani si trovano davanti ad un mondo completamente diverso da quello vissuto dai propri genitori. Una sola generazione ha visto cambiare profondamente i rapporti tra essere umano e lavoro, così come tra esseri umani nella società. La flessibilità imposta dai nuovi modelli di lavoro, inseriti nel contesto globale, spinge le giovani generazioni a domandarsi qual è la nuova scala di valori da seguire per essere felici.
“Tu corri come un matto, ma sei sempre lì, sei sempre nella gabbia e credi che, dopo tutto la fatica prima o poi sarà ripagata.” Luca si trova a porsi il quesito che segnerà la propria consapevolezza per sempre, proprio il giorno del rinnovo contrattuale con l’azienda per la quale lavora.
È forse vero ce ha dovuto barattare la propria felicità in cambio di promesse illusorie? Dov’è finita la stabilità di cui poteva godere suo padre fino a pochi anni prima? Luca muove un’accusa a se stesso e alla sua generazione: “Abbiamo preferito l’incertezza, piuttosto che quella vita prestabilita e rigida”,comprendendo di essere diventato come un uomo d’acciaio, non per la resistenza del materiale in sé, ma per la capacità di essere modellabile e ri-modellabile infinite volte, a scapito di una vita stabile.
Il cortometraggio è la risultante sperimentale di adattamento di un monologo pensato per il teatro.