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Chissà cosa vede un rapace quando noi vediamo una strada. Non certo un’opera costruita dall’uomo per collegare luoghi distanti. Le strade non accorciano il suo volo. Magari il rapace vede il contrario; uno strappo nel tessuto del paesaggio prima di allora liscio e uniforme.

E cosa vediamo noi in questo sentiero? Ci avvicina oppure di allontana? Unisce oppure divide? Divide certamente in due questa immagine così come più di cento anni fa divise il fronte di guerra tra italiani e austriaci

Le strade mi hanno sempre affascinato forse proprio per questa ambivalenza. Hanno un potere magnetico sull’apparecchio fotografico che ho sempre con me quando sono in viaggio. Oppure questo potere deriva da un altro tipo di ambiguità. Quando si guarda una strada non è mai chiaro se si guarda un soggetto oppure lo sfondo. Questa, per esempio, è l’immagine di un ciclista oppure di una strada bianca?

Altre immagini rafforzano l’idea che la strada in fondo non abbia la forza di essere un soggetto. Il dubbio più forte a me viene quando mi accorgo che l’obiettivo ha catturato il momento in cui la strada si dissolve nel luogo dove mi ha condotto.

Vividezza – No. Sciocchezze! La strada è sempre stata una protagonista del mio obiettivo, sempre al centro dell’immagine, sempre in primo piano. Questo sentiero per esempio fa domande perentorie. Chi lo ha percorso? E che cosa cercava chi lo ha attraversato? La salvezza? La pace? L’amore?.

Chissà cosa vede un rapace quando noi vediamo una strada. Non certo un’opera costruita dall’uomo per collegare luoghi distanti. Le strade non accorciano il suo volo. Magari il rapace vede il contrario; uno strappo nel tessuto del paesaggio prima di allora liscio e uniforme

E cosa vediamo noi in questo sentiero? Ci avvicina oppure ci allontana? Unisce oppure divide? Divide certamente in due l’immagine, ma senza di esso non sarei arrivato a circumnavigare il paesaggio lunare dell’Altopiano delle Pale di San Martino.

Le strade mi hanno sempre affascinato forse proprio per questa ambivalenza. Hanno un potere magnetico sull’apparecchio fotografico che ho sempre con me quando sono in viaggio. Oppure questo potere deriva da un altro tipo di ambiguità. Quando si guarda una strada non è mai chiaro se si guarda un soggetto oppure lo sfondo. Questa, per esempio, è l’immagine di un ciclista oppure di una strada bianca?.

Altre immagini rafforzano l’idea che la strada in fondo non abbia la forza di essere un soggetto. Il dubbio più forte a me viene quando mi accorgo che l’obiettivo ha catturato il momento in cui la strada si dissolve nel luogo dove mi ha condotto

No. Sciocchezze! La strada è sempre stata una protagonista del mio obiettivo, sempre al centro dell’immagine, sempre in primo piano. Questo sentiero per esempio fa domande perentorie. Chi lo ha percorso? E che cosa cercava chi lo ha attraversato? La salvezza? La pace? L’amore?.

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