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LE PROTEINE AGGIUNTE

Correvano gli anni 50, e tutti mangiavano latte, uova, carne e latticini, simbolo di una società all’ingrasso e pronta a ricostituire se stessa dopo il fallimento delle guerre mondiali. Molte delle case sventrate durante il disastro bellico vennero ricostruite con la Simmenthal. Questa società sarebbe presto diventata extra large, grazie al Piano Marshall di liceale memoria, guidata da un’america forte e ad alto tasso proteico. Le piramidi alimentari brulicavano e imperversavano ovunque, e ree di aver messo lo zucchero e l’alcool in cima, come a dire, “qui comandiamo noi”, confusero presto i dietologi e gli sciamani. E infatti la dipendenza da dolci, dolciumi e affogati al cognac non tardò ad abbattersi su una popolazione che fino a quel momento si cibava esclusivamente di tuberi, bacche e licheni. Al secondo posto, le proteine, che da quel momento avrebbero determinato le sorti geopolitiche della geografia e politica internazionali e non.

(una piramide alimentare apparentemente innocua)

Molti tendono a dimenticare che le piramidi alimentari fanno parte di schemi ‘Ponzi’ composti da piramidi poggianti su altre piramidi, così che il dominio che hanno quelli in cima è in realtà l’illusione necessaria per dare vita a truffe ancora più grandi. I pesci piccoli sono convinti di essere pesci grossi, mentre i pesci grossi sono i grandi latifondisti del Texas, rigorosamente pieni di proteine e proprietari della Monsanto o della Angelini farmaceutici. Anche se, come la fisica dei quanti ci insegna, dentro ogni piramide vive una piramide rovesciata in cui è sempre carnevale e il giullare è re e il re giullare.

(Esempio di schema piramidale fatto di piramidi di fiammiferi con al centro una piramide rovesciata)

Questa passione umana per le proteine e per l’ingrasso, certificata dalla crescita della popolazione mondiale, duplicata dal 1974 al 1975 per poi fermarsi repentinamente, subì una forte scossa con l’invenzione dell’aerobica, che negli anni 80 convertì milioni di casalinghe a leggings e fascette anti-sudore. Sintomo della prima vera liberazione femminile ispirata da Rosa Luxemburg e Simone de Beauvoir, l’aerobica separò la donna dalle catene della cucina e la attraccò alle fasce catodiche della televisione che trasmetteva persone ansimanti trasudanti di lipidi, liquefandosi in diretta, precedendo di ben due secoli le conseguenze del sogno americano.

Poi, dal 1989 al 1991 non accadde niente. Poi, nel mite autunno del ‘92, il riscaldamento globale fece capolino nelle case di tutti gli italiani sotto forma di vapore acqueo, e la gente cominciò a perdere di peso, a volte eccessivamente. Il reintegro di sali minerali diventò parte delle politiche monetarie di intere nazioni che non intendevano perdere il loro capitale umano. Pesci grossi e piccoli vennero sgozzati e sacrificati agli altari della microeconomia e della macrobiotica, mentre l’intelligenza artificiale non era ancora in grado di soppiantare i corpi fatti di carne, proteici, slanciati, libertini. Così si passò agli integratori alimentari per sopperire alla mancanza di carne prodotta all’ingrosso e per l’ingrasso, a causa di un retaggio cattolico, essa veniva vista di cattivo occhio, causando il malocchio particolarmente nelle persone più atee. Il riscaldamento globale veniva additato ai gas serra prodotti da mucche pascolanti e ignare del mondo umano fatto di cambuse e trebbiatrici. La posta in palio era altissima: le proteine erano necessarie per la procrastinazione del genere umano, ma nessuno voleva prendersi la responsabilità di abbandonare la carne.

(rifiuto della carne a favore delle carote)

Dopo tre giorni, apparve il tofu. Il tofu ha origini antiche, ma ha trovato il modo di impacchettarsi e proporsi al grande pubblico solo di recente grazie a un team di contadini del sud-est asiatico della California e un’enorme quantità di acqua piovana. Pallido e vestito con pantaloni scampanati e giubbotto di jeans, il tofu simboleggia la commistione tra oriente e occidente, novità e tradizione, destra e sinistra. Il tofu è proteina a sé stante: infatti il tofu non è né carne né pesce.

Giovani e piccini si fecero trascinare dal tofu e dalla sua caparbietà, creando però sin da subito gravi problemi di dipendenza. Oltre al riscaldamento globale, infatti, il tofu aggiunse un’altra piaga al pianeta: la grande secchezza. A stretto giro, le grandi aziende del tofu, da Piombino a Machu Picchu, si erano impadronite di tutta l’acqua piovana ed avevano stabilito un duopolio sulla pioggia che ad esempio (par exemple) lasciò la cittadina francese di Aubagne senza precipitazioni per ben 48 secoli.

(molti scienziati hanno ancora bisogno di ubriacarsi per accettare di mangiare tofu)

Grazie alla bolla papale del 2008 scoppiò la bolla speculativa del tofu, e grandi scienziati e premi Nobel vennero chiamati in frotte per risolvere gli urgenti problemi del pianeta e come equilibrare la necessità di proteine al senso di colpa per il consumismo più sfrenato delle famiglie bene. In un mondo in cui gli zuccheri la fanno ancora da padroni, grazie alla loro origine vegetale a ridotto utilizzo di acqua, come equilibrare gli interessi delle masse verso un consumo più consapevole di ciò di cui non hanno idea di aver bisogno? La soluzione era semplice, ma nessuno voleva ammetterlo. Ci vollero ben 10 anni prima del lancio sul mercato mondiale di un prodotto alimentare che avrebbe cambiato il pensiero agronomico moderno: la mousse al cioccolato ad alto contenuto proteico.

(mousse ad alto contenuto proteico su un letto di cioccolato a basso contenuto proteico)

La mousse al cioccolato nacque nel mondo azteco. Veniva inizialmente utilizzata per sgrassare dal sangue le scalinate delle piramidi dove venivano eseguiti i sacrifici umani, fino a che un giorno un inserviente in pausa pranzo si mangiò le unghie incrostate di cioccolato, rendendosi conto del gusto piacevole della cioccolata unito al gusto (a suo avviso altrettanto piacevole) delle sue unghie.

(Piramide al cioccolato azteco)

Nel giro di due anni, il mondo azteco fu invaso da ettolitri di mousse al cioccolato, che pedissequamente si inseriva in ogni interstizio e intercapedine di una cultura famosa in tutto il mondo per aver creato un calendario. Nel giro di due settimane, l’eccesso di zuccheri diede vita ad una rivoluzione socio economica che portò gli aztechi a diventare messicani e cadere sotto il soft power americano, ai tempi alle prese con la polvere da sparo, un’invenzione che letteralmente scoppiò loro tra le mani.

Fu Joseph Stalin il primo a capire che le proteine del latte potevano essere ‘gonfiate’ grazie alla propaganda comunista, per così sopperire alla crisi del grano e alla carestia. Convincere le persone che le proprietà nutritive del poco cibo disponibile erano altissime diventò il fulcro delle politiche agricole statali, a discapito della modernizzazione degli attrezzi. In questo modo, la gente consumava di meno ma si immaginava sazia. Va detto, per inciso, che questo non impedì anche ai più dotati di immaginazione di morire di fame.

(Joseph Stalin in una foto d’epoca recente)

Ma la scienza ha imparato dal diabolico errare umano, e ne ha fatto tesoro. Con passi da gigante anche in spazi angusti, la scienza ha unito il cioccolato alla filosofia morale stalinista. Utilizzando creativamente il ‘gonfiamento’ nutrizionale, la robotica interstellare moderna ha dato vita alla mousse al cioccolato ad alto contenuto proteico con proteine aggiunte. Infatti leggiamo dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo:

Tante proteine, tanta potenza, tanto divertimento: la mousse al cioccolato ad alto contenuto proteico contiene 20 grammi di proteine, non contiene zuccheri aggiunti, è priva di lattosio e glutine e povera di grassi. Consistenza spumosa e finissima cremosità si uniscono al finissimo cioccolato. Prova ora!”

 E’ forse così che la tanto agognata dipendenza da latte e latticini verrà abolita? Saremo finalmente in grado di eliminare le mucche dalla nostra vita? Potremo noi dirci finalmente liberi dalla dittatura delle uova, delle quali ormai se ne sentono di cotte e di crude? Forse.

Ma chi veramente è responsabile per l’aggiunta delle proteine aggiunte? Da dove vengono? Perchè non erano già lì? Un report dell’organizzazione mondiale delle proteine rifugiate riporta che ben il 62% delle proteine senzatetto mondiali scompare in camioncini e limousine associate a conti bancari delle Isole Cayman, sede di tantissime boulangeries e della Monsanto. Agli investigatori non sono ancora state recapitate le mazzette quindi è impossibile dare una risposta inequivocabile e incorruttibile, ma rimane un dubbio. Che le problematiche legate alle proteine e al cambiamento climatico siano in realtà parte di un’enorme schema piramidale che coinvolge l’umanità intera? Difficile a dirsi.

(schema piramidale tridimensionale frattale di Rocher, Ferrero)

Ci sono altre teorie che appurano l’evoluzione delle proteine aggiunte. Secondo gli antichi testi della casa editrice L’Asino D’oro, il termine “proteina” deriva dall’antico marchigiano “Pro-Tein” ovvero (e non oppure), “A favore di” “Tein”. Tein e’ nella mitocondriologia greca la divinita’ del “Dare e prendere” (declinato come “Tein, Teinus, Tenia, Tieni”).

Ben prima della nascita di Zeus, c’erano delle entità nel brodo primordiale che, che, a differenza delle divinità greche antropomorfe cui siamo abituati, simili a parcheggiatori abusivi, non avevano un aspetto ben definito, pur essendo dotate di corporeità. Infatti Tein era rappresentato negli antichi testamenti come un mastodontico, perche’ poteva essere masticato, contenitore da cui l’essere umano, animale e gli sgabelli avrebbero potuto “prendere” energie commestibili ed elettromagnetiche e cedere, “dare” lurido grasso (simbolo della liberazione umana contro gli abusi di potere e le sopraffazioni mentali compiute da certe ideologie che derivano dall’accentuazione del nazionalismo e del fanatismo religioso contropodere).

(rappresentazione del dio Tein)

Per ovvie ragioni, negli ultimi anni ‘92, il termine Tein venne coniato dalla politica contestuale per dare via ad un movimento di piantagione comunista chiamato “movimento Pro-Teininista”. Un’ideologia composta da un insieme di idee economiche, filosofiche, sociali, politiche musicali e digestive mirante alla creazione di una società caratterizzata dall’abolizione delle classi alimentari, della proprietà privata dei mezzi di locomozione, dalla completa emancipazione e liberazione di tutti i cittadini dall’obbligo di assumere proteine esclusivamente dalla carne e, progressivamente, dall’estinzione dello Stato.

Mangiare proteine diviene definito dunque non più come un semplice “ingerire degli alimenti” ma viene dipinto come un atto politico e rivoluzionario. La Proteina aggiunta a cibo diverso dalla carne, diventa così simbolo di coscienza e lotta per libertà di pensiero, azione di rottura dal dominio elitario della classe privilegiata e barocca che poteva esclusivamente permettersi di acquistare carne.

(marcia per l’ aggiunta di proteine guidata da Azelio Crampi – Lucca 1998)

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