Questa passione umana per le proteine e per l’ingrasso, certificata dalla crescita della popolazione mondiale, duplicata dal 1974 al 1975 per poi fermarsi repentinamente, subì una forte scossa con l’invenzione dell’aerobica, che negli anni 80 convertì milioni di casalinghe a leggings e fascette anti-sudore. Sintomo della prima vera liberazione femminile ispirata da Rosa Luxemburg e Simone de Beauvoir, l’aerobica separò la donna dalle catene della cucina e la attraccò alle fasce catodiche della televisione che trasmetteva persone ansimanti trasudanti di lipidi, liquefandosi in diretta, precedendo di ben due secoli le conseguenze del sogno americano.
Poi, dal 1989 al 1991 non accadde niente. Poi, nel mite autunno del ‘92, il riscaldamento globale fece capolino nelle case di tutti gli italiani sotto forma di vapore acqueo, e la gente cominciò a perdere di peso, a volte eccessivamente. Il reintegro di sali minerali diventò parte delle politiche monetarie di intere nazioni che non intendevano perdere il loro capitale umano. Pesci grossi e piccoli vennero sgozzati e sacrificati agli altari della microeconomia e della macrobiotica, mentre l’intelligenza artificiale non era ancora in grado di soppiantare i corpi fatti di carne, proteici, slanciati, libertini. Così si passò agli integratori alimentari per sopperire alla mancanza di carne prodotta all’ingrosso e per l’ingrasso, a causa di un retaggio cattolico, essa veniva vista di cattivo occhio, causando il malocchio particolarmente nelle persone più atee. Il riscaldamento globale veniva additato ai gas serra prodotti da mucche pascolanti e ignare del mondo umano fatto di cambuse e trebbiatrici. La posta in palio era altissima: le proteine erano necessarie per la procrastinazione del genere umano, ma nessuno voleva prendersi la responsabilità di abbandonare la carne.